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Il presidente statunitense Donald Trump ha deciso il ritiro delle sue truppe dalla Siria, circa 2.000 soldati che dovranno tornare a casa entro 30 giorni: “Gli Stati Uniti non vogliono essere il poliziotto del Medio Oriente, ora tocca agli altri combattere”.
Si è trattato di una decisione presa contro tutto e tutti, che ha dimostrato chiaramente la sua opposizione il capo del Pentagono Jim Mattis, che ha lasciato l’amministrazione: nella lettera di dimissioni, il capo delle Pentagono ha citato divergenze con il presidente nei rapporti con gli alleati e ha osservato come Trump meriti un segretario alla Difesa con idee in linea con le sue.
Il ritiro (parizale) in Afghanistan
Dopo 17 anni di guerra, Trump ha ordinato anche di dimezzare la presenza militare americana in Afghanistan. Uno sforzo e un sacrificio che non hanno portato né il consolidamento della democrazia nel Paese né l’eradicazione delle coltivazioni d’oppio né la sconfitta dei talebani. Americani e loro alleati non hanno vinto la guerra, ma hanno capito – tra Iraq e Afghanistan – che la democrazia non si esporta con i carri armati.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)