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Dalla Siria sono giunte notizie di un sospetto attacco chimico a Duma, roccaforte dei ribelli siriani nella Ghouta orientale, alle porte di Damasco, che sarebbe avvenuto lo scorso 7 Aprile. Almeno 100 le persone rimaste uccise, centinaia i feriti di cui molti in condizioni gravissime. Lo riportano al Jazeera e la BBC, in base alle testimonianze degli attivisti. Sia l’ONU che l’Unione europea parlano di “grande preoccupazione per il possibile uso di armi chimiche”. I media governativi siriani, però, lo negano.
La posizione dell’ONU
Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, si è detto particolarmente allarmato dal sospetto dell’uso di armi chimiche contro i civili: “Le Nazioni Unite non sono in grado di verificare queste segnalazioni – ha scritto in una nota – ma qualsiasi uso di armi chimiche, se confermato, è ripugnante e richiede un’indagine approfondita”. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU sta tenendo una riunione di emergenza. Inizialmente erano state programmate due riunioni “rivali”: una chiesta dagli Stati Uniti insieme ad altri otto paesi membri – Francia, Gran Bretagna, Kuwait, Svezia, Polonia, Perù, Olanda e Costa d’Avorio – e una chiesta dalla Russia. È atteso un braccio di ferro tra Washington e Mosca.
La posizione degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti prenderanno una decisione “importante” sulla Siria “nelle prossime 24/48 ore”. L’ha annunciato Donald Trump, che ha incontrato gli uomini del suo gabinetto di governo. Il presidente statunitense ha condannato gli “attacchi vergognosi” sui civili a Duma: “Scopriremo se la Russia, la Siria, l’Iran “o tutti loro” siano responsabili dell’attacco, probabilmente con armi chimiche, contro la città nella Ghouta orientale” ha affermato, avvertendo che non è esclusa alcuna opzione. Trump considera il governo di Bashar al-Assad responsabile della tragedia, mentre Damasco e l’alleata Mosca hanno negato ogni responsabilità. La Russia ha tradito l’impegno di garantire la fine del programma siriano sulle armi chimiche: l’ha detto la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders. “Il presidente si sta consultando in maniera stretta con alleati e partner per definire la risposta adeguata. Come il presidente ha detto chiaramente, ci sarà un prezzo da pagare”.
La posizione dell’UE
Anche l’Unione europea si unisce al coro di condanna e, con una nota, mostra preoccupazione chiedendo a Russia ed Iran di “usare la loro influenza per prevenire ogni ulteriore attacco”. L’UE definisce le voci di un attacco chimico a Duma “motivo di grande preoccupazione” condannando “nei termini più forti l’uso di armi chimiche e chiede una risposta immediata da parte della comunità internazionale”.
La posizione dell’Italia
“Esprimiamo sdegno per le decine di vittime civili, fra cui donne e bambini, causate dagli ultimi bombardamenti nell’area di Damasco, in particolare a Duma”. Così il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, in una nota. ”Suscitano allarme e sconcerto le notizie circa il possibile uso di agenti chimici contro i numerosi civili innocenti che sono rimasti coinvolti – ha continuato il capo della diplomazia italiana – e ciò deve essere accertato in via prioritaria. È urgente provvedere ai bisogni umanitari dei civili della Ghouta attraverso la cessazione delle ostilità in linea con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2401 (2018). Tutte le parti in conflitto, a cominciare dal governo di Damasco, sono tenute al rispetto degli obblighi di diritto umanitario, incluso l’accesso umanitario a favore delle popolazioni civili in stato di bisogno” ha concluso il ministro Alfano.
La posizione della Siria
“Le accuse di uso di sostanze chimiche sono diventate un disco rotto non convincente”. Questa la replica, riportata dall’agenzia ufficiale Sana, del Ministero degli Esteri siriano, che fa riferimento a “Paesi che commerciano con il sangue di civili e sostengono il terrorismo in Siria”.
La posizione dell’Iran
Per il Ministero degli Esteri iraniano “tali affermazioni e accuse da parte degli americani e di alcuni Paesi occidentali segnalano una nuova cospirazione contro il governo e il popolo siriani e un pretesto per l’azione militare”.
La posizione della Russia
La Russia respinge le accuse secondo cui il regime siriano avrebbe usato armi chimiche su un contingente dell’opposizione nella Ghouta orientale, dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato che Mosca ha la responsabilità ultima degli attacchi. “Neghiamo fermamente queste informazioni”, ha detto il generale Yuri Yevtushenko, capo del Centro russo per la riconciliazione siriana, citato dalle agenzie di stampa. La Russia ha inoltre messo in guardia gli Stati Uniti contro un “intervento militare per pretesti inventati” in Siria, che potrebbe “portare a conseguenze più pesanti”.
L’attacco missilistico contro la base aerea di Homs
Tensione sempre più in alta in Siria: la base aerea T-4, nella provincia di Homs, è stata colpita da un attacco missilistico che ha provocato almeno 14 vittime, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. I media di Stato siriani hanno inizialmente puntato il dito contro gli Stati Uniti, per poi accusare Israele: “L’attacco israeliano all’aeroporto T-4 è stato condotto da caccia F-15 che hanno sparato diversi missili dal territorio libanese”, ha affermato l’agenzia di stampa Sana, citando fonti militari. Tali accuse sono sostenute dalla Russia: per il Ministero della Difesa russo, sono stati due caccia dello Stato ebraico a sparare dallo spazio aereo libanese 8 missili, di cui 5 sono stati intercettati dalla difesa siriana.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)