IL CASO RYANAIR. Ai piloti italiani della compagnia low-cost è stata recapitata una lettera con la quale vengono invitati ad astenersi dallo sciopero del 15/12. Calenda: “È indegno”. Garante: “Non costituzionale”

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Ai piloti italiani di Ryanair è stata recapitata una lettera – siglata dal capo del personale Eddie Wilson – con la quale vengono invitati ad astenersi dallo sciopero previsto per quattro ore (dalle 13 alle 17) il 15 Dicembre, a meno che non vogliano incorrere in sanzioni. Fra queste, “la perdita di futuri aumenti in busta paga secondo l’accordo” oppure “trasferimenti o promozioni”.

“È indegno”, ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che chiede un intervento per chi va sul mercato ma non rispetta le regole. Ryanair però, nella sua organizzazione, non prevede le tradizionali rappresentanze sindacali preferendo trattare direttamente con i lavoratori.

La lettera ai piloti di Ryanair

“Sarete a conoscenza che il sindacato dei piloti Alitalia Anpac sta provando a incoraggiare i piloti Ryanair a non lavorare. Ci aspettiamo che tutti i nostri piloti lavorino normalmente e lavorino con noi per minimizzare gli inconvenienti per i nostri clienti. Tutti i piloti di Ryanair e l’equipaggio di cabina devono fare rapporto come sempre il 15 Dicembre nella sala equipaggio, ogni azione intrapresa da ogni dipendente risulterà nella perdita immediata del roster 5/3 (la turnazione che prevede cinque giorni di lavoro e tre di riposo) per tutto l’equipaggio di cabina. Per favore continuate a lavorare secondo i vostri turni già previsti”.

La replica dell’Autorità di garanzia per gli scioperi

“La dichiarazione dei vertici di Ryanair appare non conforme ai principi del nostro ordinamento, nel quali lo sciopero, se esercitato legittimamente, è considerato un diritto costituzionale”, dichiara in una nota il Presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli, in merito alla lettera inviata dalla low cost ai piloti. “Voglio rammentare, infine che la legge 146 sugli scioperi censura quei comportamenti aziendali che possano determinare l’insorgenza o l’aggravamento del conflitto”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)