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Il premier italiano Giuseppe Conte ha esordito alla 73esima Assemblea Generale dell’ONU. Nel suo intervento ha confermato l’impegno italiano per “un’azione riformatrice che porti le Nazioni Unite a istituzioni più trasparenti e vicine ai cittadini, con un approccio inclusivo ai processi di pace, sviluppo economico e sostenibile”.
Sulle missioni di pace
Il premier ha rivendicato in questa chiave il ruolo “fondamentale” dell’Italia nelle missioni di pace e per la stabilità: il nostro Paese, ha sottolinea, è il “primo contributore di caschi blu tra i Paesi occidentali e uno dei sostenitori finanziari più generosi per le missioni”.
Sulla Libia
Conte ha puntato poi su Trump, dicendo che lo vuole alla conferenza sulla Libia in programma in Sicilia a Novembre. Il premier italiano ha colto l’occasione di un pranzo all’ONU e del cerimoniale che gli ha assegnato il posto accanto al presidente statunitense, per provare a segnare un punto per l’Italia cruciale. La risposta difficilmente arriverà prima del 6 Novembre, dal momento che fino ad allora il tycoon avrà in mente solo le elezioni di Midterm.
Sulla Libia pesa, però, la distanza dell’Italia dalla Francia. Il presidente francese Emmanuel Macron, infatti, all’Assemblea Generale ha ribadito che “solo organizzare elezioni subito a Tripoli può accelerare la strada verso una soluzione duratura”, e ha sollecitato l’UE ad essere “unita” su questo obiettivo.
Conte, invece, ha tenuto ferma la linea del suo governo: l’obiettivo sono le elezioni, ma a tempo debito, senza accelerare, dopo aver coinvolto tutti gli attori libici, a partire dalla conferenza di Novembre, probabilmente a Sciacca: “Macron parla per la Francia, non per l’UE. Lui rappresenta la Francia, l’Europa è composta da 27 Paesi”.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)