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Gli Emirati Arabi Uniti non smettono di stupire: nasce Neom, la città del futuro. In occasione del forum “Future Investment Initiative”, il giovane principe Mohammed Bin Salman ha lanciato il suo piano da 500 miliardi di dollari per costruire dal nulla un gigantesco ed innovativo polo industriale, all’insegna delle più moderne tecnologie.
Neom si estenderà su una superficie pari a 26.500 kmq: avrà luogo sulle sponde del Mar Rosso, in quell’angolo del Golfo di Aqaba dove l’Arabia confina con la Giordania e un lembo di mare la separa dall’Egitto.
“Neom – ha spiegato il principe saudita – sarà situata su una delle più importanti arterie economiche del mondo. La sua posizione strategica faciliterà anche la rapida affermazione della zona come un hub globale che collega Asia, Europa e Africa”.
Le sue attività saranno concentrate su energie, settore idrico, biotecnologie, filiera alimentare, scienze tecnologiche e digitali, produzione avanzata. Sarà una zona franca che godrà di una sua particolare tassazione, una legislazione ad hoc sul lavoro e di un sistema giudiziario autonomo.
Nel discorso del principe Mohammed c’è un passaggio rivelatore: “Restaureremo una cultura islamica più tollerante come esisteva prima dell’ascesa dell’estremismo iraniano nel 1979”. L’immagine di Islam moderato che vuole propagandare Mohammed contrasta con la politica saudita degli ultimi decenni, e l’Occidente aspetta a braccia aperte le future commesse come miraggi nel deserto.
L’ambizioso Salman vuole allontanare l’Arabia Saudita dalla petro-dipendenza e rilanciare l’economia attraverso l’oceano blu della diversificazione e della liberalizzazione, creando così posti di lavoro nel settore privato e snellendo la pesante burocrazia. Il progetto del principe risulta importante anche in chiave politica: Neom ha, infatti, l’obiettivo di consolidare la legittimità della monarchia e – contemporaneamente – contrastare l’establishment religioso.
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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)