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Il clima di tensione tra gli Stati Uniti e l’Iran diventa sempre più pericoloso. Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha annunciato che se l’Unione europea non agirà in tempo contro le sanzioni americane, da domenica l’Iran riprenderà l’arricchimento dell’uranio, come annunciato due mesi fa, violando l’accordo firmato da Teheran con le grandi potenze mondiali nel 2015.
“Il 7 Luglio prossimo, il livello di arricchimento non rimarrà al 3,67%, metteremo da parte questo impegno ed alzeremo il livello ad oltre il 3,67% nella misura che vogliamo noi secondo il necessario e secondo le nostre necessità”, ha dichiarato Rouhani in una seduta al Parlamento trasmessa dalla tv di Stato.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
L’accordo del 2015
Il Joint Comprehension Plan of Action (JCPA) – firmato il 14 Luglio 2015 a Vienna da Iran, Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Russia – prevedeva la revoca delle sanzioni internazionali imposte alla Repubblica Islamica, in cambio dell’impegno di quest’ultima a limitare il suo programma nucleare.
L’uscita degli Stati Uniti l’8 Maggio 2018
Secondo l’amministrazione Trump, tuttavia, l’accordo non è riuscito a privare l’Iran dei mezzi necessari per sviluppare un’arma atomica e nemmeno ad interrompere la sua ingerenza sui Paesi vicini del Medio Oriente, per tale motivo l’attuale presidente degli Stati Uniti si è ritirato dall’accordo sul nucleare e ha di conseguenza reimposto le sanzioni sul Paese ai danni di tre importanti settori dell’economia iraniana: siderurgico, automobilistico e finanziario.
Per superare tale problema, il 31 Gennaio 2019, Germania, Francia e Regno Unito avevano stabilito un meccanismo europeo per facilitare il commercio con l’Iran, non basato sui dollari. Il suo nome era INSTEX, Strumenti di Supporto per gli Scambi Commerciali, e aveva lo scopo di consentire scambi con Teheran nonostante le limitazioni americane. Tuttora, tale meccanismo non è ancora operativo poiché l’Iran non è ancora riuscito a completare una serie di passaggi necessari al suo funzionamento.
L’annuncio dell’Iran l’8 Maggio 2019
Era l’8 Maggio 2018 quando gli Stati Uniti hanno deciso l’uscita unilaterale dal patto del 2015, firmato dall’ex presidente Barack Obama. Esattamente un anno dopo, l’8 Maggio 2019, il presidente iraniano Hassan Rouhani aveva annunciato la ripresa dell’arricchimento dell’uranio.
Starting today, Iran does not keep its enriched uranium and produced heavy water limited. The EU/E3+2 will face Iran’s further actions if they can not fulfill their obligations within the next 60 days and secure Iran’s interests. Win-Win conditions will be accepted.
— Hassan Rouhani (@HassanRouhani) 8 maggio 2019
L’incontro di Vienna il 28 Giugno 2019
Gli alti funzionari iraniani e le parti rimaste dell’accordo – Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Russia – si sono incontrati a Vienna il 28 Giugno 2019, con l’obiettivo di salvare l’accordo sul nucleare del 2015. Tuttavia, dal momento che questi Stati hanno una limitata capacità di proteggere l’economia iraniana dalle sanzioni statunitensi, è stato difficile per loro convincere Teheran a rimanere nell’intesa. Perciò, anche quest’ultima possibilità, non è riuscita a salvare l’accordo.
Il superamento del limite sulla quantità di uranio arricchito
Il 1° Luglio 2019 l’Iran ha superato il limite sulla quantità di uranio arricchito fissata dall’accordo sul nucleare del 2015, violando gli avvertimenti della comunità internazionale e dell’Unione europea. L’ha riferito il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, in un’intervista all’agenzia di stampa ISNA, lunedì 1° Luglio: “L’Iran ha oltrepassato il limite di 300 chilogrammi previsto dall’accordo”, ha affermato il ministro.
Più tardi, la stessa notizia è stata confermata dall’Osservatorio atomico delle Nazioni Unite: “Possiamo confermare che il direttore generale dell’IAEA, Yukiya Amano, ha informato il Consiglio dei Governatori che l’Agenzia ha verificato, in data 1° Luglio, che le scorte di uranio arricchito possedute dall’Iran hanno superato il limite stabilito dall’accordo”, ha detto un portavoce dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (IAEA) in una dichiarazione.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)