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Amati Lettori,
sulla scia del Royal Wedding del principe Harry e dell’attrice americana Meghan Markle, abbiamo scelto di titolare ed aprire questa puntata della nostra rubrica puntando il nostro focus sul senso dello “starsi accanto”, esattamente come quello Stand by me magistralmente cantato dal “The Kingdom Choir” di Karen Gibson (nel video d’apertura): “Quando la notte arriva e la terra è scura e la luna è l’unica luce che vediamo, non avrò paura se tu mi stai accanto. Se il cielo che guardiamo dovesse cadere e la montagna dovesse sgretolarsi fino al mare, non piangerò se tu mi stai accanto. Ogni volta che sei in difficoltà stammi accanto, adesso stammi accanto”.
Sono parole belle, e parole che pesano. Soprattutto dopo il sermone del vescovo afroamericano Michael Curry, incentrato sul “potere redentivo dell’amore” che ci fa trasformare “questo vecchio mondo, in un mondo nuovo”: “L’amore è l’unica via, perché c’è forza nell’amore, in ogni sua forma. E la ragione è che siamo stati fatti da una forza di amore e la fonte dell’amore è Dio stesso, fonte di ogni vita. E dove c’è amore c’è Dio. Qualcuno ha detto che Gesù ha cominciato il movimento più rivoluzionario della storia, un movimento fondato sull’amore incondizionato di Dio per il mondo. Quest’amore che si sacrifica e redime cambia le vite e può cambiare questo mondo. Provate ad immaginare un mondo in cui l’amore sia la via: immaginate le nostre case e famiglie, le nostre comunità, i governi e le nazioni, il commercio e l’economia. Se l’amore fosse la via, la povertà diventerebbe storia, la terra diventerebbe un santuario, poseremmo le nostre spade e i nostri scudi lungo i fiumi e non studieremmo più la guerra, ci sarebbe tanto posto per tutti i figli di Dio e noi saremmo fratelli e sorelle, figli di Dio, una nuova famiglia umana”. Il vescovo episcopaliano, in conclusione del suo sermone, ha anche citato il gesuita cattolico Teilhard de Chardin: “Scoprire l’energia dell’amore sarà la seconda scoperta rivoluzionaria dell’umanità”.
Chi lo sa se i nostri politici in questi 80 giorni (non gli 80 euro di Renzi, ma il numero curiosamente ritorna…) trascorsi dalle elezioni del 4 Marzo hanno messo a frutto con amore il loro programma – o contratto, che dir si voglia – di governo. Così sembrerebbe, ad ascoltare le parole dei leader di Cinque Stelle e Lega al termine delle ultime (si spera) consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Luigi Di Maio ha affermato che “siamo di fronte a un momento storico”: “Il nostro obiettivo era ed è quello di migliorare la qualità di vita degli italiani. In questi 80 giorni noi abbiamo imposto un metodo per il quale prima si discuteva di temi e poi si poteva discutere di nomi, ed è giusto che sia così anche in futuro, perché le questioni degli italiani vengono prima di ogni cosa. Io sono orgoglioso di aver portato al governo il nostro vero leader che è il contratto elettorale. Ci sono le cinque stelle in questo contratto di governo, ci sono i venti punti, ci sono tante soluzioni alle sofferenze degli italiani: dal reddito di cittadinanza al superamento della legge Fornero, interventi sul made in Italy, ci sono la lotta al gioco d’azzardo, il superamento della buona scuola, interventi sulla sanità e sulla meritocrazia. Dentro questo contratto ci sono le nostre grandi battaglie storiche, la prima è l’acqua pubblica. Abbiamo tanto da fare e tanto da realizzare e come capo politico del Movimento posso dirvi che abbiamo lavorato notte e giorno per portare a casa questo risultato”.
E Salvini gli ha fatto da eco: “Noi ci siamo, siamo pronti. Abbiamo fatto il nome, abbiamo ben chiara la squadra, il progetto di Paese: siamo vogliosi di far crescere l’economia di questo Paese. Il governo che nascerà vuole far crescere l’Italia, rendere più stabile il lavoro perché altrimenti c’è futuro, non c’è famiglia, non ci sono figli. Contiamo di lasciare ai nostri figli un Paese migliore. Siamo pronti a partire, nessuno ha niente da temere. Ovviamente vogliamo un governo che metta l’interesse nazionale italiano al centro, rispettando tutto e tutti ma mettendo gli italiani al centro: prima gli italiani. Il nostro obiettivo è far crescere l’economia per ridurre il debito. La ricetta diversa porta più precarietà, più psicofarmaci, meno sicurezza. Non vediamo l’ora di partire. Fuori da qua c’è un mondo che vuole passare dalle parole ai fatti. C’è fiducia, voglia, speranza. L’Italia merita molto, qualcuno all’estero dovrebbe cambiare la sua prospettiva: il governo che nasce darà speranza, crescita, futuro. Al centro gli italiani, lo abbiamo promesso e lo manterremo strada facendo”.
Strada facendo, dunque, vedremo se sarà un inno all’amore per gli italiani, se sarà un effettivo “starsi accanto”, o se sarà l’ennesimo sproloquio non veramente seguito dai fatti che cambiano in meglio la vita delle persone. Intanto, domani, sarà ancora un nuovo inizio.
Buona Settimana!
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)