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Amati Lettori,
la settimana che ci traghetta dalla fine del mese di Agosto all’inizio di Settembre è destinata ad essere dominata dalla vicenda di Matteo Salvini, ministro dell’Interno, indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Il compagno di ventura Luigi Di Maio, nelle interviste rilasciate, lo difende sostenendo che non ha violato il “codice etico”. Può anche essere, peccato per la doppia morale con due pesi e due misure: quando l’ex capo del Viminale Angelino Alfano si trovava nella stessa situazione dell’attuale capo delle Forse dell’ordine, a parere del pentastellato si sarebbe dovuto dimettere in 5 minuti. Ora, invece, è tutta un’altra storia.
Premesso che l’ingerenza da parte della magistratura è un regalo dal punto di vista mediatico-politico ad entrambi i vicepremier e che la faccenda andrebbe discussa in ben altra sede, va detto che l’Italia è malata di spettacolarizzazione e cattiva gestione delle informazioni. La questione dell’immigrazione è complessa ed è troppo spesso usata nel dibattito pubblico in modo strumentale ed emotivo. Due le questioni principali che vengono abitualmente sollevate: i soldi versati dall’Italia all’Unione europea e il mancato aiuto da parte dell’Unione stessa. Vediamo nel concreto come queste leve sulla “pancia” dei cittadini poco e mal informati vengono utilizzate dai leader del sedicente “governo del cambiamento”.
Per quanto concerne la questione economica, continua a girare la cifra di 20 miliardi che l’Italia verserebbe all’UE: è sbagliata. Nel 2017, come risulta dal sito della Commissione europea dedicato al Bilancio comunitario, l’Italia ha versato 12 miliardi di euro. Negli anni precedenti erano stati un po’ di più, ma sempre meno di 20 miliardi: quasi 14 miliardi nel 2016, 14,7 miliardi nel 2015 e 14,6 miliardi nel 2014. Non solo: a fronte dei cosiddetti “20 miliardi” dati bisogna poi considerare quelli che tornano dall’UE in Italia sotto forma di fondi, finanziamenti e via dicendo. Nel 2017 sono stati 9,8 miliardi, nel 2016 11,6 miliardi, nel 2015 12,3 miliardi e nel 2014 10,7 miliardi. Il “saldo” tra quanto versato e quanto ricevuto ammonta a 2,2 miliardi nel 2017, 2,4 miliardi nel 2016 e nel 2015 e 3,9 miliardi nel 2014. Che cosa accadrebbe se ci rifiutassimo di dare quei soldi all’Europa? Non versare anche solo uno dei contributi mensili esporrebbe subito l’Italia al pagamento di una multa. Più in generale avrebbe poi conseguenze imprevedibili, visto che un’interruzione totale non si è mai verificata, e tra le altre cose porterebbe l’Italia a una procedura di infrazione davanti alla Corte di Giustizia europea.
Per quanto riguarda la questione politica, il premier Giuseppe Conte in un post su Facebook del 22 Agosto ha scritto: “Ma l’Europa vuole battere un colpo?”. Ci fa arrabbiare, certo, l’essere lasciati soli ad occuparci dello sbarco dei migranti. Peccato che non si dica che le istituzioni europee possono occuparsi d’immigrazione in generale e della questione della redistribuzione dei migranti in particolare, e l’hanno fatto. È stato istituito un meccanismo obbligatorio temporaneo nel 2015, che nel frattempo ha cessato di operare, ed era stato proposto un meccanismo obbligatorio permanente. Questa proposta, però, è stata accantonata a causa della contrarietà degli Stati che non vogliono farsi carico di alcuna quota di migranti (Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania). È rimasto quindi in vigore il regolamento di Dublino, secondo cui lo Stato competente per l’esame delle domande di asilo – e quindi dell’accoglienza dei richiedenti – è quello di primo approdo. Al momento attuale, l’unica possibilità per gli Stati di primo approdo, come l’Italia, è chiedere alle singole capitali europee di farsi carico di una quota dei migranti che arrivano, potendo contare sull’assistenza diplomatica delle istituzioni europee. Ma, come abbiamo visto, non esistono leve giuridiche per obbligare gli Stati contrari, considerato il principio di volontarietà.
Che fare, dunque? Da più parti si dice che ci attende un autunno caldissimo per via delle tante decisioni che sono da prendere, ed è vero. C’è da sperare che lo si faccia con coscienza e non nel clima e nei toni da perenne campagna elettorale, che gettano solo fumo negli occhi del cittadino che non ha mezzi o risorse per comprendere la verità al di là della retorica.
Buona Settimana!
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)