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Amati Lettori,
tra le notizie di cronaca che giungono in queste ore c’è poco di nuovo sotto il sole. Le analizziamo, come sempre, cercando però di non cadere nella trabocchetto di abituarci all’inabituabile.
Ci si abitua ai giochi politici fra Cinque Stelle e Lega, che vanno avanti da oltre due mesi. Coloro che promettevano un cambiamento immediato e prorompente sono ancora qui a discutere apparentemente sui temi, nella pratica su chi fa cosa. Ma, lo ribadiamo, al di là dei teatrini e delle belle parole abbottonate dell’una e dell’altra parte, chi decide è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: lo stabilisce la nostra Costituzione. Più che nei bar il toto-premier andrebbe discusso al Quirinale, mentre i consensi andrebbero cercati in Parlamento e non certo sui social network tramite voto online. Gli elettori si sono già espressi alle urne: Di Maio conosce i passaggi istituzionali previsti per la formazione di un nuovo governo?
Ci si abitua alle morti sul lavoro, basti pensare ai recenti casi delle Acciaierie Venete e del cantiere navale a La Spezia. Gli incidenti possono succedere e purtroppo quando talvolta succedono ci lasciano inermi. Ciò che possiamo fare, oltre a stringerci nel dolore delle famiglie colpite, è verificare se le norme di sicurezza sono state rispettate o se – pur di risparmiare qualcosa – non è stata risparmiata la vita degli operai. Ma, anche per questo tema, più che l’opinione pubblica se ne dovrebbe occupare la giustizia.
Ci si abitua al terrore, e quasi non stupiscono più i fatti di Parigi e le stragi in Indonesia: le ultime, a livello cronologico, ma fra le molte che accadono nel mondo ogni giorno. Un 21enne di origine cecena naturalizzato francese esce dalla metropolitana vicino all’Opera e inizia ad accoltellare i passanti. Intere famiglie con figli e figlie minorenni si fanno saltare in aria nei pressi di chiese e stazioni della polizia. Perché? Veramente la causa è la religione islamica? Dobbiamo prestare molta attenzione all’ideologia che ci viene inculcata fin da piccoli: quale modello educativo diamo anche noi ai nostri giovani? Insegniamo il valore del rispetto, del dialogo e della tolleranza? Cerchiamo di andare alla radice dei problemi o restiamo in superficie fomentando ogni velleità?
Ci si abitua agli scontri fra israeliani e palestinesi. Nel giorno del 70° anniversario della fondazione dello Stato ebraico si è tenuta – alla presenza della figlia del presidente Ivanka Trump – l’inaugurazione dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme e, a causa di ciò, sono esplosi violenti scontri a Gaza che hanno provocato la morte di decine di manifestanti palestinesi. Dobbiamo imparare ad andare all’origine di quel fiume che man mano s’ingrossa fino a sfociare nel mare magnum delle notizie del momento, le cui onde anomale c’investono e ci annegano se non siamo allenati a navigare con cognizione di causa. E per andare alla fonte, all’origine di quello che accade, è utile e prezioso ricominciare a studiare la storia contemporanea.
Da ultimo, ci si abitua anche alle cose belle: e quando le cose sono belle e vanno bene si tende a non sottolineare più l’eccezionalità di un’impresa eccezionale come lo è stata, nel mondo del calcio italiano, quella della squadra bianconera. Possiamo prendere spunto dalla forza e dalla determinazione della Juventus nel volere e riuscire a superare gl’inizi incerti e gli sviluppi altalenanti, confidando e credendo nel proprio gioco e nei propri talenti.
Buona Settimana!
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)