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Amati Lettori,
questi primi giorni del governo Conte hanno messo in luce alcuni temi cruciali sui quali è bene avere le idee chiare. Nel suo discorso programmatico, il presidente del Consiglio ha cercato di parlare ai cittadini elettori più che all’emiciclo, bisogna ora vedere se questi cittadini elettori hanno compreso quel ch’è stato detto.
L’espressione più citata da Conte è stata: “ma anche”, quel “sed etiam” di latina memoria. Che cosa significa? Conte cerca di salvare capra e cavoli, ponendosi come novità rispetto al passato. Ma è davvero così?
Per quanto riguarda la politica estera, Conte sostiene l’idea tale per cui la Russia è un Paese amico. Tale affermazione era già stata esplicitata tanto da Berlusconi quanto da Prodi, ma che cosa significa l’apertura alla Russia “anche se” nel quadro del posizionamento atlantico? Che cosa intende fare l’Italia ora con le sanzioni? Vuole muoversi da sola o in accordo con altri? L’Italia, come ciascun Paese appartenente alla NATO, può ben dire che questa o quella scelta va modificata o cancellata, ma l’Alleanza Nord-Atlantica ha immediatamente ricordato che le sanzioni alla Russia sono state da poco riconfermate con il consenso di pressoché tutti i Paesi europei.
Subito dopo, abbiamo avuto la prima uscita ufficiale di Conte al G7 in Canada, la cui agenda sostanziale era relativa ai dazi che gli Stati Uniti hanno deciso d’imporre ai Paesi europei e al Canada stesso, andando così a colpire anche le nostre preziose esportazioni. Conte ha cercato di prenderla larga: non appena arrivato al G7, Trump ha twittato un segnale di riapertura alla Russia, auspicandone un ritorno ai vertici internazionali; il premier italiano gli ha fatto da eco provando ad allinearsi e sostenendo che Trump ha perfettamente ragione. Al che, gli altri paesi europei e il Canada hanno replicato che la questione della Russia non era all’ordine del giorno; Conte è rientrato nei ranghi e si è detto d’accordo. Epilogo significativo: Putin, in serata, ha fatto sapere di non essere nemmeno interessato ad un eventuale ritorno nei G8.
Un altro concetto fondamentale espresso dal presidente del Consiglio è così sintetizzabile: “Sui migranti sarà dura”. Bene, che cosa vuol dire? L’allarme immigrazione trova sempre terreno fertile, ma servirebbero proposte concrete che tengano conto delle diverse problematiche. Bisognerebbe sì salvarli e aiutarli quando si trovano in pericolo di vita in mezzo al mare, tuttavia andrebbero poi portati in una zona extraterritoriale dove capire se hanno o meno il diritto di entrare in Europa: se ce l’hanno bisogna decidere dove mandarli, se non ce l’hanno bisogna avere la competenza comune per rimpatriarli. Negli ultimi giorni ha tenuto banco il delicatissimo tema della vicenda Aquarius, con i porti chiusi ai migranti. Le dichiarazioni fatte dai nostri politici – Salvini in primis – sono inqualificabili: è possibile comprendere tutte le ragioni che portano ad avere determinate idee, ciononostante il derby cattivismo-buonismo è perfettamente inutile, la politica estera è una faccenda è estremamente complessa e sulla pelle di oltre 600 persone non si fanno prove di forza. Ogni sceneggiata è semplicemente inumana.
Infine, la questione del debito pubblico: se guardiamo il contratto, l’impressione è che schizzerà alle stelle, anche se Conte ha dichiarato di esser lì per diminuirlo. In realtà, ha dichiarato che intende ridurre il debito in percentuale sul PIL, ma anche che sarà duro nel negoziato con l’Europa (e dunque insisterà per avere ancora la renziana “flessibilità”). Ma dunque, che cosa sta dicendo? Parla di Flat Tax e di non far aumentare l’IVA, ma dove si trovano i soldi per non far scattare le clausole di salvaguardia? Il ministro dell’Economia Tria ha detto cose fondamentali, ovvero che siamo impegnati a mantenere la discesa del debito, ma anche del deficit. Nel fare ciò, va mantenuto l’equilibrio non solo per il breve, ma anche per il medio-lungo periodo, ed è esclusa l’ipotesi di uscire dall’euro. Benissimo, ma bisognerà vedere quanto riescano a resistere queste posizioni in un governo dove si sostiene tutt’altro. Tenere insieme pesi ed esponenti di politiche opposte non è una strada agevolmente percorribile. Quello che conteranno saranno i fatti e i risultati, e dovremo stare attenti ai conti perché non ci vuole niente a finire fuori strada e buttarsi a capofitto in un burrone.
Per i prossimi tre o quattro mesi, comunque, non ci saranno ostacoli significativi al governo Conte, poi bisognerà far quadrare appunto i conti con la legge di bilancio che sarà un inevitabile bagno di realismo. Ora si godano la luna di miele dopo il matrimonio, ma si ricordino che la quotidianità da affrontare è proprio dietro l’angolo.
Buona Settimana!
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)