Il senso del lavoro svolto: ripartiamo da un amore così grande, e diamoci da fare

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Amati Lettori,

Buon Giorno, Buon Giugno e Buon Governo! Ci siamo: dopo una serie di rocambolesche peripezie, il governo c’è.

“Soltanto poche parole per ringraziarvi del lavoro che avete svolto in tutte queste ripetute occasioni, in questo complesso itinerario che si è concluso con la formazione del governo. Grazie per il vostro lavoro, e buon lavoro per il futuro”. Sono state le poche parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per annunciare ai giornalisti e all’Italia la fumata bianca del governo Conte. Immediato e commovente l’applauso spontaneo della Sala Stampa.

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Ci siamo, dicevamo. Il governo c’è, il giuramento è stato fatto.

Ora, piaccia o non piaccia, i protagonisti ci facciano vedere di che pasta son fatti. È finito il tempo della propaganda da campagna elettorale, forse non se ne sono e non ce ne siamo ancora accorti, ma è bene che tutti se ne rendano e ce ne rendiamo conto. Chi deve governare, governi. Chi deve fare opposizione, faccia opposizione. Tutto il resto, non aiuta.

Ora, piaccia o non piaccia, si dovrà manifestare e provare a realizzare il Contratto per il Cambiamento. Un Contratto, appunto, non un Programma, poiché unisce ciò che ha origini e basi elettorali molto differenti: ci si è dovuti sedere ad un tavolo e ragionare, limare, contrattare nel vero senso della parola.

Ora, piaccia o non piaccia, gli elettori forse si sveglieranno dallo stordimento di slogan e dovranno accettare che non tutto ciò ch’è stato promesso negli ultimi mesi è conveniente o concretizzabile. E dunque ancora si ragionerà, si limerà, si contratterà. Con chi? Con chi, di volta in volta, si rivelerà essere più confacente al raggiungimento degli obiettivi preposti.

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Che cosa c’entra tutto questo con quel bacio dipinto fra Salvini e Di Maio immediatamente dopo le elezioni…? Forse nulla: ironicamente, all’epoca, titolavamo la nostra rubrica chiedendoci se fosse “flirt o vero amore”. È meglio per tutti che si trovi il modo di smorzare le focose folle – rese incandescenti nel periodo durante il quale Lega e Cinque Stelle stavano all’opposizione – e si cominci a costruire accettando i “compromessi”, pur cercando di rispettare ciascuno la propria origine e il proprio elettorato.

C’è chi sproloquia sul premier Conte e sui nuovi ministri. Ad ora, sono tutti pressoché avvolti dal mistero: li si dovrà giudicare dalle cose programmatiche che diranno e per le cose effettive che faranno. Ad ora, non serve a nulla lamentarsi di chi dice cose scomode sull’Italia: chi parla dall’esterno dovrebbe tenere a mente la propria posizione ed evitare di passare dalla parte del torto, tuttavia non è che se gli altri stanno zitti abbiamo risolto i nostri problemi che sono, invece, un dato di fatto. Ad ora, la prudenza è forse l’atteggiamento migliore da tenere: nell’ambito dei vari dibattiti pro o contro qualunque cosa, bisogna in realtà capire come pensiamo di stare e di muoverci per modificare ciò che non funziona.

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L’Italia della Nazionale di calcio si sta rimettendo in gioco, e le note di “Un amore così grande” che incorniciano le amichevoli di queste sere fanno battere il cuore di ricordi tanto belli quanto preziosi, a prescindere dai risultati che possono far gioire o lasciare l’amaro in bocca.

Dobbiamo ripartire da lì, da quell’amore così grande per Noi, per il nostro Paese e per il nostro Futuro.

Diamoci da fare.

Buona Settimana!

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)