La lira turca è in caduta libera: venerdì ha perso in poche ore il 14 per cento rispetto al dollaro, portando il totale dall’inizio dell’anno ad oltre il 40 per cento. Il governo turco ha avviato un’indagine su 346 account social “che – secondo il ministro dell’Interno – hanno pubblicato contenuti che hanno provocato la crisi del cambio” lira-dollaro.
Erdogan: fondamentali dell’economia forti
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha così dichiarato: “I fondamentali della nostra economia sono molto forti” e per quanto riguarda la crisi della lira turca “faremo il possibile per risolvere la questione: ci saranno altri piani” per sostenere la moneta. E ancora: dollari, euro e oro sono ormai come “proiettili, palle di cannone, e missili di una guerra economica scatenata contro il nostro Paese”.
Erdogan: crisi frutto di un complotto internazionale
Il presidente Recep Tayyip Erdogan sembra non aver ha dubbi e torna, ancora una volta, ad attaccare: la crisi profonda in cui è precipitata la lira turca, dice, è il frutto di un complotto internazionale, di una guerra che ha un movente politico, piuttosto che finanziario. “Stanno tentando di fare col denaro ciò che non sono riusciti a fare con le provocazioni e il colpo di stato. Questa è chiaramente una guerra economica. Risponderemo a chi ha iniziato una guerra commerciale contro il mondo intero, inclusa la Turchia, virando verso nuove alleanze”.
Erdogan: vendere euro e dollari per acquistare lire turche
Un riferimento non certo molto velato agli Stati Uniti di Donald Trump. Perché la fluttuazione della lira turca, che non può essere spiegato con la logica, ha sostenuto il sultano, parlando ad un piccola folla di suoi sostenitori nella città di Trabzon, sul Mar Nero. Sostenitori a cui con l’occasione ha poi rivolto nuovamente un appello – così come a tutti i turchi, per il terzo giorno consecutivo – affinché vendano euro e dollari per acquistare lire turche, nella speranza che alla riapertura dei mercati si possa evitare un nuovo tonfo della moneta nazionale. E dopo aver promesso che la Turchia “non cadrà nella trappola dei tassi di interesse, che sono uno strumento di sfruttamento per rendere i ricchi più ricchi e i poveri più poveri”, Erdogan è tornato ad attaccare direttamente Trump e la sua politica dei dazi: “Coloro che dicono di affidarci all’FMI vogliono che rinunciamo alla nostra indipendenza, ma noi lavoriamo per trovare mercati alternativi e risponderemo a coloro che ci colpiscono attraverso il dollaro con strumenti finanziari alternativi”.
Erdogan: non ci pieghiamo ai diktat di nessuno
Il sultano è anche tornato a mostrare i muscoli, sostenendo che il suo Paese non si piega ai diktat di nessuno. Gli Stati Uniti, ha affermato, avevano fissato a mercoledì un ultimatum per la liberazione del pastore evangelico Andrew Brunson, detenuto da oltre un anno e mezzo con accuse di terrorismo e spionaggio. L’ultimatum è stato ignorato e il pastore non è stato rilasciato, ma nel frattempo gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a due ministri del governo turco, hanno imposto nuovi dazi su acciaio e allumino dalla Turchia e la lira turca sta crollando.