IL COMMISSARIAMENTO DELLA CATALOGNA. Il Parlamento catalano si riunirà giovedì mattina per anticipare di un giorno l’applicazione dell’articolo 155: i nazionalisti vogliono scongiurare il governo diretto di Madrid sulla regione

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Il Parlamento della Catalogna si riunirà in plenaria giovedì mattina per discutere della risposta da dare a Madrid, dopo che l’esecutivo centrale ha annunciato di volere imporre il proprio governo diretto sulla regione.

I nazionalisti catalani vogliono anticipare di un giorno il commissariamento della regione da parte dello Stato spagnolo. Ad annunciarlo è stato il portavoce del partito catalano Junts pel Sí, spiegando che il partito intende lanciare un appello legale contro l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, chiesto dal governo di Mariano Rajoy e che il Senato spagnolo dovrebbe approvare in plenaria venerdì.

L’applicazione dell’articolo 155 implicherebbe che il governo di Madrid assumesse il comando dei Mossos d’Esquadra e consentirebbe all’esecutivo di destituire o nominare i responsabili delle emittenti TV3 e Catalunya Radio per garantire un’informazione rispettosa del pluralismo politico. Nella giornata di domenica 22 Ottobre, il presidente della Generalitat Carles Puigdemont ha definito la decisione di Madrid di ricorrere all’articolo 155 come “il peggior attacco alla Catalogna dai tempi di Franco”.

L’antefatto.

Il referendum sull’indipendenza della Catalogna si è svolto il 1° Ottobre 2017, per votare sull’indipendenza della regione della Spagna. È stato promosso dalla Generalitat de Catalunya ed è stato indetto da una legge del Parlamento della Catalogna, secondo cui il voto dovrebbe avere natura vincolante. Tale referendum è stato però contrastato dal governo spagnolo in carica, secondo cui la Costituzione della Spagna non consentirebbe di votare sull’indipendenza di alcuna regione spagnola, e la consultazione sarebbe quindi illegale in quanto incostituzionale.

Il quesito referendario per l’indipendenza della Catalogna.

Il referendum chiedeva ai cittadini catalani: “Vuoi che la Catalogna sia uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica?”. Gli elettori potevano votare o No. La legge regionale catalana prevedeva che, in caso di vittoria del Sì, il Parlamento della Catalogna procedesse con la dichiarazione formale di indipendenza. In caso di vittoria del No, invece, venissero convocate elezioni anticipate per rinnovare il Parlamento stesso.

I risultati del referendum per l’indipendenza della Catalogna.

L’affluenza ha raggiunto il 43%: il 92,01% dei votanti si è espresso per il , il 7,99% per il No. La giornata elettorale del 1º Ottobre è stata caratterizzata da un braccio di ferro tra il governo centrale, che ha mobilitato le forze di polizia per impedire un voto considerato illegale, e il governo regionale catalano che ha impiegato ogni mezzo per consentire la consultazione.

Il post-referendum per l’indipendenza della Catalogna.

A seguito del referendum, in data 10 Ottobre 2017, la maggioranza indipendentista del Parlamento regionale catalano ha sottoscritto una Dichiarazione dei rappresentanti della Catalogna: un testo esclusivamente politico e senza applicazione effettiva, che dichiara la costituzione della Repubblica catalana come Stato indipendente e sovrano. Il 17 Ottobre 2017, però, il Tribunale costituzionale – deliberando all’unanimità – ha definitivamente annullato la legge regionale istitutiva del referendum, in quanto lesiva della supremazia della Costituzione, della sovranità e dell’indissolubile unità della nazione spagnola.

Il commissariamento della Catalogna.

Madrid non ha sospeso ufficialmente l’autonomia della Catalogna, ma l’ha limitata con un commissariamento che sospende i vertici della Generalitat, con la proposta al Senato di destituire il presidente Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri del Govern. Le misure prevedono anche il divieto per il Parlament catalano di eleggere un sostituto di Puigdemont, ha spiegato il premier Rajoy, precisando che assumerà le competenze del presidente catalano per convocare nuove elezioni al massimo entro sei mesi. Queste misure sono state già trasmesse al Senato, che salvo sorprese darà il via libera finale venerdì 27 Ottobre, con l’entrata in vigore che potrebbe avvenire già da sabato 28. Con il voto del Senato, il governo di Puigdemont e lo stesso capo della Generalitat saranno ufficialmente destituiti. Le questioni catalane verranno avocate dai ministri competenti per i diversi settori. Tra martedì e giovedì 26 Ottobre il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, potrà presentarsi in Senato per esporre le sue accuse.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)