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Amati Lettori,
Buon anno e buon decennio, buoni Anni Venti.
Con la cifra tonda, e pure doppia, si ha la sensazione che qualcosa possa veramente cambiare e che quello appena iniziato possa essere l’anno del ripristino, della svolta, dei conti che magari – dopo tante fatiche – tornano. Oppure, potremmo avere la sensazione che valga la pena rimanere in una situazione, sapere nel profondo che abbiamo fatto o stiamo facendo la scelta giusta, toccare con mano la gioia profonda di un desiderio che si realizza.
Continuiamo l’appuntamento fisso dell’ultimo lustro, e dopo l’augurio di anni d’Amore-Bellezza-Coscienza, Desiderio-Esperienza-Fede, Grazia-Humus-Immaginazione, Luce-Maturità-Novità, Orizzonte-Promessa-Quadra, è ora la volta di un’altra terna dall’alfabeto dei buoni propositi.
Che sia un anno di Rinascita. Non c’è miglior anno per scegliere questa parola se non questo. Sottolineiamo che comincia il nuovo decennio, non solo il nuovo anno, e dunque ciascuno di noi – sia come protagonista della propria vita, sia come parte della propria società – può sentire dentro di sé che sia giunto il momento di nascere di nuovo, di nascere ancora, di cominciare una decade nella consapevolezza piena di quello ch’è stato, per imparare dai propri errori e vivere pienamente quello che verrà.
Una Ri-nascita è la nascita di un nuovo sé, come il bruco che ri-nasce e dalla crisalide – stadio ancora incompleto della formazione e dello sviluppo – diventa farfalla. E quelle ali, così eleganti e uniche, sono il simbolo perfetto di questa vita nuova, come pure del coraggio e della forza che servono per affrontarla.
Che sia un anno di Storia. Il concetto di Rinascita non può ch’essere legato al concetto di Storia: solo se si è pienamente consapevoli della propria Storia, infatti, si può rinascere veramente. Ma – come insegnano gli storiografi – la Storia viene spesso scritta dai vincitori: e questo genera numerose storture della narrazione. Dovremmo essere capaci di scrivere la nostra Storia e rileggerla senza farci sopraffare dalla parte di noi che vorrebbe autoconvincersi di avere sempre vinto, e che non vuole prendersi le proprie responsabilità.
Occorre anche ricordare che la nostra Storia è molto differente dalle “storie” che postiamo sui social: tramite Instagram o Facebook vediamo quello che vogliamo far vedere, non di certo quello che esiste o accade realmente. Dovremmo ripartire dallo specchio, guardarci occhi-negli-occhi, e volerci bene per quello che siamo.
Che sia un anno di Tesoro. Tutto questo è possibile se smettiamo di usare la parola Tesoro per salutare il gelataio sotto casa. Con tutto il rispetto per il gelataio sotto casa, v’è una incontrollata inflazione dei termini “amore”, “gioia”, “tesoro” che spesso non corrispondono a sentimenti concreti: anzi, sono solo parole che si squagliano alla velocità del gelato di cui sopra. Se sapremo riconoscere veramente l’uomo o la donna della nostra vita, allora sapremo dare amore vero a quella persona e riceverne altrettanto.
Il vero Tesoro risiede nel Tu-Io. Un’espressione buffa e apparentemente insignificante, ma che racchiude il senso della completezza: scoprire un “tu”, altro e diverso da me, che già risiede ed abita il mio “io” che conosco sin dalla nascita e di cui divento consapevole a partire dalla Ri-nascita, da quando inizio a comprendere la mia Storia.
Proviamo a pensare se c’è, se esiste in questo mondo, qualcuno a cui possiamo dire: “Sei tu la mia Rinascita, la mia Storia, il mio Tesoro”. Forse, non c’è dichiarazione d’amore più bella. E merita d’esser concretizzata, protetta e custodita – non a caso ha la stessa radice etimologica di “cura” – giorno dopo giorno.
Questo vuol essere l’augurio per il 2020, e per tutto il Decennio.
Che sia un buon 2020. Che sia un buon Decennio.
Buon Anno di Amore, Bellezza, Coscienza; Buon Anno di Desiderio, Esperienza, Fede;
Buon Anno di Grazia, Humus, Immaginazione; Buon Anno di Luce, Maturità, Novità;
Buon Anno di Orizzonte, Promessa, Quadra.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)