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“Benedetto XVI, in onore della verità” è il documentario prodotto da Rome Report, Agenzia di notizie sul Vaticano, e tradotto in cinque lingue, che fa luce su alcuni momenti della storia del pontificato di Joseph Ratzinger. Quello del Papa Emerito è un tentativo di ricomporre la grandezza culturale e la spiritualità che ha reso l’Europa grande.
La rinuncia al pontificato
Benedetto XVI non è stato un Papa dell’attualità, ma della profondità. La rinuncia al suo pontificato è stato un evento straordinario, una rivoluzione per la Chiesa cattolica. Una rinuncia di coscienza, davanti a Dio, e ben ponderata. Un atto di profonda umiltà che ha permesso un rinnovamento nella Chiesa, che guardava soprattutto ai problemi dell’Europa, un continente che bruciava di un relativismo culturale che la fa ancora da padrone.
La perdita della grandezza dell’Europa
La perdita dell’umanità, della visione soprannaturale e della cristianità sono componenti referenziali della grandezza dell’Europa. I grandi artisti, scrittori, filosofi europei hanno avuto una grande spiritualità, che si custodisce da secoli in ogni manifestazione dell’arte, della letteratura e della filosofia del vecchio continente.
La dittatura del relativismo
Benedetto XVI tante volte ha sottolineato che la malattia che affligge il mondo occidentale è la dittatura del relativismo: è come se l’uomo contemporaneo fosse incapace di scoprire la verità. Se riteniamo che non esista una verità oggettiva, allora coloro che reggono le sorti del mondo possono decidere sulla vita e sulla morte delle persone più deboli e indifese. Infatti, la cultura dello scarto – ripetutamente citata dal successore Bergoglio – è la conseguenza pratica della dittatura del relativismo e ciò rappresenta l’elemento di continuità tra i due pontefici.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)