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7/10/2024
È passato un anno dall’attacco di Hamas nei confronti di Israele: alle prime luci dell’alba oltre 5.000 razzi vengono lanciati dalla Striscia di Gaza, mentre a Gerusalemme risuonano le sirene antiaeree per avvertire i cittadini che il Paese è sotto attacco.
Ma tutto avviene troppo velocemente: migliaia di terroristi prendono d’assalto il festival Supernova dove centinaia di ragazzi si sono ritrovati a ballare, i kibbutz al confine vengono fatti passare casa per casa, e anche le postazioni militari vengono colpite.
È una mattanza: nessuno è risparmiato, neppure i neonati. Sono oltre 1.200 le vittime in un solo giorno, circa 800 i civili morti e 250 le persone rapite, tra queste ancora di un centinaio non conosciamo la sorte.
Il tutto viene filmato dai miliziani ed è così che la strage del 7 Ottobre 2023 diventa uno degli eventi più documentati della storia contemporanea. Da quel giorno sono morte oltre 40.000 persone nei diversi attacchi.
Israele dichiara di non volersi fermare fino a quando avrà smantellato tutti i nemici e il premier Netanyahu propone di cambiare il nome dell’operazione “Spade di Ferro” in “Guerra di resurrezione”, mentre cadono nel vuoto le denunce di morti innocenti per mano dello Stato ebraico.
8/10/2024
Oggi si parla di Consulta e di governo che è a caccia di voti per eleggerne un membro. Si va verso l’ottava fumata nera, perché le opposizioni in maniera compatta non partecipano al voto e la maggioranza da sola non ha abbastanza numeri. Ma qual è il senso?
Iniziamo a dire che la Corte costituzionale è il massimo organo di controllo sul rispetto e la compatibilità con i principi della Costituzione. È composta da 15 membri, che sono nominati:
- 1/3 dal Presidente della Repubblica
- 1/3 dalle supreme magistrature
- 1/3 del Parlamento in seduta comune
Per eleggere quest’ultimo terzo, i primi tre scrutini richiedono una maggioranza di 2/3 del Parlamento in seduta congiunta, dal quarto scrutinio basta la maggioranza dei 3/5, che comunque necessita di accordo tra i partiti.
Il candidato indicato dalla premier Meloni è il professor Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi nonché autore del disegno di legge di riforma costituzionale sul premierato.
Le opposizioni accusano la maggioranza di aver voluto giocare sul tempo e di non aver dialogato con loro. Di fatto, il governo ha fretta perché a breve arriva il giudizio sull’ammissibilità del referendum sul regionalismo differenziato.
9/10/2024
È attesa per oggi una telefonata tra i presidenti di Israele e Stati Uniti: Netanyahu e Biden non si sentono da quasi 50 giorni. Tema cruciale: la risposta dello Stato ebraico al recente attacco dell’Iran, mentre continuano i bombardamenti in Libano.
In un video su X Netanyahu si è così rivolto al popolo libanese: “Avete l’opportunità di salvare il Libano prima che cada nell’abisso di una lunga guerra che porterà alla distruzione e alla sofferenza come vediamo a Gaza”.
Nel frattempo al Parlamento europeo il premier ungherese Orban ha illustrato le priorità della sua presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione europea, facendo discutere animatamente a proposito di guerra e immigrazione.
Sulla guerra in Ucraina, a suo avviso stiamo perdendo ed è necessario cambiare strategia, stabilendo una migliore comunicazione con la Russia. Ma c’è chi lo accusa di essersi venduto a Putin.
Sull’immigrazione, per Orban sono necessari hotspot esterni per proteggere l’Europa, ma la presidente della Commissione europea Von Der Leyen lo accusa di aver lasciato liberi trafficanti di migranti per poi mandarli in altri Paesi dell’UE.
11/10/2024
L’esercito israeliano ha preso di mira la missione Uniifil in Libano, che dovrebbe garantire stabilità e supportare le parti per raggiungere un “cessate il fuoco”: feriti due militari cingalesi e colpite due basi italiane con danni a veicoli, telecamere e sistemi di comunicazione.
Ci si interroga sulle cause: fonti di sicurezza ipotizzano che l’attacco alle forze di pace delle Nazioni Unite avrebbe l’obiettivo di costringerle a ritirarsi per non avere testimoni scomodi di quanto l’Idf si appresta a fare nel sud del Libano.
Un’altra spiegazione potrebbe essere la volontà di allontanare i soldati dell’ONU al fine di utilizzare la zona come corridoio sulla costa e intrappolare così i combattenti di Hezbollah.
Quello che è evidente è che gli attacchi non sono stati casuali, bensì chiaramente programmati e deliberati. L’Italia chiede con forza e durezza una spiegazione e pretende il rispetto da parte di Israele.
Detto ciò, qualunque modalità di risposta ai recenti attacchi non scalfirà la determinazione del premier Netanyahu, che non teme un eventuale isolamento politico diplomatico in quanto sa di poter contare sul sostegno concreto degli Stati Uniti.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)