LA QUESTIONE MEDIORIENTALE. Netanyahu respinge l’appello alla liberazione delle tre donne israeliane ostaggio di Hamas, ribadendo la linea della fermezza: “Questo è il tempo della guerra. Siamo entrati nella terza fase”

"Questo è il tempo della guerra", ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu
Netanyahu: "Questo è il tempo della guerra"

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"Questo è il tempo della guerra", ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu
Netanyahu: “Questo è il tempo della guerra”

“Questo è il tempo della guerra”, ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu al centro delle polemiche dopo la pubblicazione di un video contenente l’appello di tre ostaggi di Hamas.

Il video di tre ostaggi di Hamas

Hamas ha divulgato un video di tre donne, ostaggi dei terroristi a Gaza, rivolto al premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Questo il loro appello: “Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello Stato per il tuo disastro del 7 Ottobre. Non c’era l’esercito, non c’era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 Ottobre, non c’è l’esercito e noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili”.

E ancora: “Ieri c’è stata una conferenza stampa e doveva esserci un cessate il fuoco. Ma non è stato così, noi siamo ancora qui sotto le bombe. Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai massacrato abbastanza? Non sono morti abbastanza cittadini israeliani? Liberaci adesso, libera i loro cittadini, libera i loro detenuti”, ha detto una delle tre donne in ostaggio. “Liberaci tutti, facci tornare dalle nostre famiglie adesso, adesso!”, ha poi urlato.

La risposta di Netanyahu

Ma il premier, poco dopo la pubblicazione del video, ha criticato la “crudele propaganda psicologica” da parte di Hamas e ha ribadito la linea della fermezza: “C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Ora è tempo di guerra. Israele è pronto a combattere. Liberate subito e senza condizioni gli ostaggi”.

La terza fase della guerra

Sempre il premier israeliano ha affermato: “Siamo entrati nella terza fase della guerra, con l’esercito che avanza in maniera misurata ma molto potente all’interno della Striscia”.

Israele sta colpendo la Striscia di Gaza da nord a sud. L’offensiva è in corso, continua la manovra di accerchiamento di Gaza City, la più importante città palestinese.

La stella gialla dell’ambasciatore israeliano all’ONU

All’ONU l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan ha indossato la stella gialla della Shoah per ricordare il diritto di difendersi. Queste le sue parole al Consiglio di Sicurezza: “Alcuni di voi non hanno imparato nulla negli ultimi 80 anni. Alcuni di voi hanno dimenticato perché è stato creato questo organismo. Da oggi in poi, ogni volta che guarderete me ricorderete cosa significa rimanere in silenzio davanti al male. Come i miei nonni e come i nonni di milioni di ebrei, io e il mio team da ora in poi indosseremo le stelle gialle. Le indosseremo finché non vi sveglierete e condannerete le atrocità di Hamas”.

La soluzione pacifica invocata dall’ambasciatore palestinese all’ONU

L’ambasciatore palestinese Riyad Mansour, invece, ha dichiarato: “Abbiamo detto molte volte che non c’è una soluzione militare a questo conflitto. Vogliamo dimostrare che ne esiste una soluzione pacifica, dimostrateci che abbiamo torto. Ogni minuto conta, ogni minuto fa la differenza tra la vita e la morte dei palestinesi a Gaza. Gaza è un inferno in terra per colpa degli israeliani”.

La posizione dell’ambasciatore russo all’ONU

“Nessuna pausa umanitaria aiuterà. Spero che tutti qui lo capiscano”, ha affermato l’ambasciatore russo all’ONU Vassily Nebenzia. La Russia chiede il “cessate il fuoco”: la pausa umanitaria è un’interruzione del conflitto di breve durata, il cessate il fuoco è un accordo più ampio fra le parti con un valore più formale.

Dal 7 Ottobre scorso, il Consiglio di Sicurezza ONU non è ancora riuscito a votare all’unanimità alcuna risoluzione, nemmeno quella di condanna delle atrocità.

Il Consiglio di Sicurezza ONU

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)