L’AMAZZONIA IN FIAMME. Mentre il polmone verde brucia, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro attacca le ONG, non accetta i fondi stanziati dal G7 di Biarritz e la crisi diplomatica potrebbe influenzare l’accordo strategico tra l’UE e il Mercosur

amazzonia in fiamme

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amazzonia in fiamme

Dopo che l’Istituto nazionale di Ricerca spaziale (INPE) del Brasile ha avvertito che il numero di incendi boschivi nell’Amazzonia quest’anno è aumentato dell’83% rispetto allo stesso periodo del 2018, il presidente Jair Bolsonaro si è esposto personalmente per dire che i responsabili sarebbero le ONG che cercano di attirare l’attenzione e minare il suo governo. “Questa è la guerra che stiamo affrontando” – ha detto Bolsonaro.

I legami con la politica brasiliana

Il notevole aumento degli incendi boschivi dall’insediamento di Jair Bolsonaro dal 1° Gennaio 2019 riaccende le paure sorte in campagna elettorale, quando il leader della destra radicale ha promesso di utilizzare la regione amazzonica per lo sviluppo del settore minerario e dell’agricoltura.

L’opposizione accusa i ministri dell’agricoltura, Tereza Cristina, e dell’ambiente, Ricardo Salles, per le relazioni con le potenti lobby degli allevatori e dei proprietari terrieri, e accusa direttamente Bolsonaro di essere responsabile di quanto accade in Amazzonia.

Il governo di Brasilia riconosce che la situazione “è realmente grave” e che “il Brasile non ha forza per affrontare il problema da solo”, e al contempo accusa ambientalisti radicali e ONG di appiccare gli incendi volutamente per “vendetta contro il taglio di finanziamenti alle loro organizzazioni” decretato nei mesi scorsi.

Le decisioni del G7 di Biarritz

Il G7 di Biarritz, a fine Agosto, ha approvato un’azione comune in difesa dell’Amazzonia, mentre il governo di Brasilia ha inviato l’esercito per domare gli incendi nella principale foresta del pianeta.

Il presidente del Brasile, però, ha finora respinto l’aiuto di 20 milioni stanziato dal G7 – accettati invece dalla vicina Bolivia – mentre ha accettato l’invio di aerei militari da Israele per affrontare l’emergenza incendi.

Le implicazioni per  l’accordo Mercosur

La crisi diplomatica sorta dalle critiche alla controversa politica ambientale del governo di Jair Bolsonaro potrebbe influenzare uno dei progetti più importanti dell’attuale esecutivo di Brasilia: l’accordo tra l’UE e il Mercosur (il mercato comune dell’America meridionale: ne fanno parte in qualità di Stati membri Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela; sono inoltre Stati associati la Bolivia e il Cile, il Perù, la Colombia e l’Ecuador), sbloccato dopo oltre vent’anni di trattative grazie all’azione congiunta con l’Argentina di Mauricio Macri.

Le voci che criticano l’atteggiamento condiscendente delle autorità brasiliane nei confronti dei problemi ambientali si sono recentemente aggiunte a quelle del primo ministro irlandese Leo Varadkar. L’Irlanda voterà contro l’accordo UE-Mercosur se il Brasile non adempirà ai suoi obblighi di protezione dell’ambiente, ha affermato Varadkar. Il leader irlandese è stato seguito dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: l’Europa sostiene l’accordo UE-Mercosur, ma questo significa anche proteggere il clima. È difficile immaginare una ratifica armoniosa mentre il presidente brasiliano consente la distruzione degli spazi verdi del pianeta, ha detto Tusk.

La crisi più grave, tuttavia, è con Parigi. Secondo il presidente francese, Emmanuel Macron, Brasilia mente sull’applicazione degli accordi climatici. Il governo di Brasilia ha accusato la Francia di utilizzare l’Amazzonia come scusa per bloccare l’accordo Mercosur-UE, che Parigi non ha mai voluto.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)