Il senso dell’essere migliori: siamo chiamati a pensare e ad agire in modo critico

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Amati Lettori,

è trascorso un anno esatto dall’inizio di Typing Post. Settimana per settimana abbiamo fatto il punto della situazione dalla recita alla realtà, dimostrando volontà e coraggio e stando attenti a non perdere di vista ciò che conta veramente. Ci siamo chiesti, fra realtà e dissimulazione, qual è la strategia vincente? Abbiamo attraversato scelte difficili e coraggiose, senza replay, e intrapreso nuove rotte nel segno del rispetto e dell’incoraggiamento. Abbiamo analizzato lo spazio scenico dove si giocano i rapporti di forza, e abbiamo capito che il potere ha sempre un prezzo.

Abbiamo iniziato il 2018 augurandoci Luce, Maturità e Novità. Abbiamo individuato le direttrici geopolitiche fra elezioni e proteste, e abbiamo capito che ci sono rotte che bypassano confini e retoriche. Ci siamo soffermati sullo “shutdown” e sulla necessità di spegnere ciò che non ha copertura garantita. Ci siamo addentrati nel gioco delle parti, chiedendoci qual è la chiave per riuscire a vincere certi che – secondo il pensiero strategico – l’avvicinarsi del nemico annuncia guerra, non pace.

Siamo stati spettatori della lotta per il potere, e ci siamo persi nel dedalo d’interessi politici ed economici. Ci siamo guardati allo specchio, dopo il voto, e abbiamo cercato di riconoscerci. Ci siamo detti ch’era ed è necessario continuare a camminare, con determinazione e continuità. Ci siamo detti che fare giornalismo significa lavorare per rendere evidente la realtà dei fatti, oltre le apparenze. Dobbiamo smettere di nasconderci, o resteremo con il cerino in mano. Tralasciamo le irrilevanti velleità e andiamo alla sostanza, standoci accanto per scoprire l’energia dell’amore.

La sedicente “Terza Repubblica” è iniziata con pesi ed esponenti di politiche contrapposte, volontà individuali e interessi collettivi da tenere insieme. Ci siamo ripetuti che servono contenuti, non più toni da campagna elettorale. Abbiamo riflettuto sul senso del limite, e che – in mancanza di certezze – serve una strategia lungimirante. Nel limbo del contrasto, fra toni caldi e silenzio, ciò che serve è proprio un silenzioso lavoro in cerca di cooperazione e intese bilaterali. Solo un dialogo vero può aiutarci a realizzare le promesse, risolvere i problemi e progettare il futuro.

Abbiamo tracciato e spiegato in modo chiaro le tappe dell’agenda politica ed economica italiana, non staremo al gioco dell’ultima ribattuta. Siamo chiamati a pensare e ad agire in modo critico, compiendo delle scelte. La vita, con le sue sfide e le sue competizioni più o meno esplicite, ci spinge sempre ad essere “i migliori” nei campi in cui ci cimentiamo, viviamo così nell’ansia di dover essere sempre all’altezza della situazione o di dover dimostrare qualcosa a qualcuno. E se anziché puntare ad essere “i migliori” pensassimo a diventare semplicemente “migliori”? Vale per tutti: dai governanti ai cittadini, in ogni ambito lavorativo e relazionale. Pensiamoci. E continuiamo a camminare.

Buona Settimana!

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)