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Amati Lettori,
Lega e Movimento Cinque Stelle hanno chiuso la partita nel governo per definire il deficit del 2019. Il gatto e la volpe – ovverosia i vicepremier Matteo Salvini e Luigi di Maio – sono riusciti ad avere la meglio sulla linea del ministro dell’Economia Giovanni Tria. L’asticella del deficit è stata portata al 2,4% contro l’1,6% che il titolare del Tesoro era pronto ad avallare per presentare i conti, lunedì, alla riunione dell’Eurogruppo e dell’Ecofin.
La Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza – il cosiddetto DEF – è arrivata a ridosso del limite ultimo, ch’era fissato per il 27 Settembre. Con questo passaggio, l’esecutivo giallo-verde ha aggiornato i parametri macroeconomici e indicato gli obiettivi programmatici che finiranno nella manovra 2019.
Questo, però, è solo l’inizio: entro il 10 Ottobre, il Parlamento sarà chiamato a votare la risoluzione alla nota di aggiornamento al DEF. Non solo: con un deficit fissato al 2,4% il governo dovrà chiedere alle Camere – con votazione a maggioranza assoluta – anche l’autorizzazione allo scostamento dal piano di rientro sui conti pubblici.
Entro il 15 Ottobre, il governo trasmetterà alla Commissione europea e all’Eurogruppo il Documento di bilancio, con i saldi di finanza pubblica e le misure contenute poi nel testo vero e proprio della legge di bilancio. Sarà l’inizio di un dialogo con Bruxelles, che vigila sul rispetto dei vincoli previsti dai trattati comunitari.
Il 20 Ottobre: il disegno di legge di Bilancio, la manovra 2019 vera e propria, sarà presentata alle Camere con tutte le misure, spiegate nel dettaglio, che realizzano quanto previsto dal DEF.
Dall’1 al 5 Novembre partirà la sessione di bilancio alla Camera: verranno presentati il disegno di legge di Bilancio e il decreto legge fiscale, che anticiperà l’approvazione di alcune norme. Il disegno di legge di Bilancio sarà approvato dal ramo del Parlamento dove viene depositato per primo, dopo circa un mese dalla presentazione. Il decreto legge fiscale dovrà invece essere approvato da Camera e Senato entro il 15-20 Dicembre pena la decadenza.
A inizio Novembre, inoltre, la Commissione europea presenterà le sue previsioni economiche d’Autunno. Questo sarà un passaggio fondamentale: Bruxelles verificherà il rispetto dei vincoli di bilancio dell’Italia in base ai nuovi paramenti aggiornati su PIL, rapporto deficit-PIL e rapporto debito-PIL.
Entro il 30 Novembre, poi, la Commissione UE dovrà esprimere un primo giudizio sulla manovra dell’Italia come di tutti gli altri Stati membri.
Sono già messe in calendario le riunioni del Consiglio europeo (riunione dei capi di Stato e di governo dell’UE) e dell’Eurogruppo (i ministri delle Finanze dei Paesi aderenti all’Eurozona): il 18 Ottobre e il 13-14 Dicembre per il Consiglio; 1° Ottobre, 5 Novembre e 3 Dicembre per l’Eurogruppo. Già lunedì prossimo, dunque, in via informale, l’Eurogruppo potrebbe affrontare il nodo della manovra dell’Italia. Ma sarà soprattutto l’appuntamento di fine anno del Consiglio europeo quello più importante: a metà Dicembre la legge di bilancio italiana, con i suoi passaggi parlamentari, dovrebbe infatti essere delineata nella sua versione quasi definitiva.
Entro il 21 Dicembre, il Senato potrebbe dare il via libera al disegno di legge di Bilancio con le nuove modifiche rispetto al testo giunto dalla Camera. A questo punto il testo modificato ritornerebbe a Montecitorio “blindato”, cioè senza ulteriori modifiche, per ricevere l’ok definitivo – probabilmente con fiducia – prima della pausa di Natale.
Entro il 31 Dicembre, in ogni caso, il Parlamento dovrà approvare il disegno di legge di Bilancio in via definitiva. La manovra quindi diventerà legge ed entrerà in vigore dal 1° Gennaio 2019.
Tutto ciò che sarà promesso o spacciato per “obiettivo raggiunto” prima della conclusione di questo iter sarà mera propaganda: il gatto e la volpe amano affabulare, stiamo attenti ai conti, alle scadenze e ai dati di fatto.
Buon Sabato!
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)