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Il 1° Agosto la capitale del Venezuela, Caracas, è rimasta al buio per un devastante guasto in un impianto elettrico che ha paralizzato anche le linee della metropolitana e creato numerosi disagi all’Aeroporto Internazionale Simón Bolívar. Il ministro dell’energia Luis Motta Domínguez ha poi spiegato su Twitter che il black-out ha lasciato senza luce l’80% della città.
Il ritorno alla normalità è stato annunciato dalle dichiarazioni del ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodríguez: “Le avverse condizioni atmosferiche e le piogge battenti, oltre che il difficile accesso al luogo dove ha avuto origine il guasto nella sottostazione di Santa Teresa, hanno reso difficili l’intervento e la necessaria riparazione”.
Le dichiarazioni di Maduro
Le ipotesi di guasto non convincono però il presidente venezuelano Nicolás Maduro, che parla apertamente di “atto di sabotaggio”. Secondo il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, l’interruzione è avvenuta durante una riunione del partito di governo mentre il numero due era in diretta tv a lanciare l’appello al sostegno dell’amministrazione Maduro. “Hanno sabotato il sistema elettrico a Caracas. È questione di ore prima di arrestarli e non stupitevi del fatto che vi siano tra loro leader politici e intellettuali”, ha commentato Maduro durante un discorso sulla televisione di Stato. Il presidente non ha fornito dettagli sull’identità dei presunti colpevoli del black-out, che ha paralizzato per oltre tre ore trasporti, commercio e comunicazioni telefoniche e via Internet. “Mentre stiamo lavorando, un gruppo di estrema destra sta cospirando”, ha ribadito il presidente.
Le dichiarazioni dell’opposizione
Viceversa, il leader dell’opposizione, Henrique Capriles Radonski, ha accusato: “Tutti sanno che i soldi per il settore elettrico sono stati rubati, milioni di dollari, i contratti per le opere non hanno mai trovato applicazione, anche la manutenzione non è stata eseguita”.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)