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Il vulcano Agung torna ad eruttare sull’isola di Bali, in Indonesia: un getto di cenere e fumo grigio ha raggiunto in cielo i quattromila metri, compromettendo la circolazione area e decine di voli sono stati cancellati.
È “allarme rosso”: un’altra imminente eruzione è vicina, con una probabile e significativa e produzione di cenere. Nel frattempo torrenti di acqua e detriti stanno scendendo dalle pendici, alimentati dalla stagione delle piogge in corso. La colata di fango e cenere vulcanica miste ad acqua potrebbe ingrossarsi in quanto a Bali è in corso la stagione delle piogge. Le colate di fango possono muoversi rapidamente e sono un killer frequente durante le eruzioni vulcaniche. L’ultimo precedente risaliva al 1963, ci furono oltre mille morti.
L’evacuazione dei cittadini
Le autorità indonesiane hanno ordinato l’evacuazione di decine di migliaia di persone da una zona a rischio che è stata portata da 7,5 a 10 km di raggio attorno al vulcano Agung. Il portavoce del governo Sutopo Purwo Nugroho ha riferito che la zona di pericolo interessa 22 villaggi e 40.000 persone hanno già lasciato l’area, mentre le autorità hanno detto che convinceranno chi ancora è rimasto a casa ad allontanarsi.
Il blocco degli aeroporti
Il blocco degli aeroporti ha lasciato a terra migliaia di turisti nell’isola. Agung sta eruttando nubi di ceneri bianche e grigie alte fino a 9.000 metri, mentre la lava si sta accumulando nel suo cratere. Le esplosioni posso essere udite fino a 12 km di distanza. Le autorità responsabili prenderanno in esame l’eventuale riapertura dell’aeroporto internazionale di Bali solo domattina.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)