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Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe si è dimesso. L’ha annunciato il presidente del Parlamento Jacob Mulenda, dichiarando di aver ricevuto una lettera di dimissioni dallo stesso Mugabe. Il testo è stato letto nel parlamento ad Harare riunito per avviare una procedura di impeachment nei confronti del capo di Stato. Il presidente ha accettato di lasciare – dopo 37 anni – il governo del Paese. Mugabe, a 93 anni, era il capo di Stato più anziano al mondo.
La lettera di Mugabe
“Io, Robert Gabriel Mugabe, sulla base dell’articolo 96 della costituzione dello Zimbabwe, presento formalmente le mie dimissioni. La decisione di dimettermi è solo mia. Questa scelta è motivata dal mio desiderio di assicurare un passaggio di potere senza problemi, pacifico e non violento”.
I festeggiamenti del Parlamento
Dopo la lettura del testo il Parlamento ha sospeso la procedura di impeachment e i deputati hanno accolto la notizia festeggiando, come dimostrano alcuni video su Twitter.
Reaction as parliament speaker reads Robert Mugabe’s resignation letter #MugabeResigns#MugabeHasFallen #RobertMugabe#ZimbabweisFree pic.twitter.com/95FmnUzRb1
— Mikey Mashila (@MikeyMashila) 21 novembre 2017
Il governo di Mugabe
Prima del golpe, Mugabe aveva annunciato che si sarebbe candidato alle elezioni del 2018. È stato uno dei protagonisti della lotta per l’indipendenza, passata anche attraverso una dura guerra contro una minoranza bianca che ha liberato il Paese dalla potenza coloniale britannica. Quando venne eletto per la prima volta nel 1980 la sua politica inclusiva nei confronti della minoranza bianca e dei suoi rivali fu accolta positivamente, tuttavia ben presto espulse dal suo governo di unità nazionale il partito predominante nel sud del Paese e lanciò una campagna anti-opposizione che porto all’uccisione di migliaia di persone. Negli anni l’opposizione al suo governo è aumentata e Mugabe e il suo partito hanno mostrato una crescente determinazione a rimanere al potere, con tutti i mezzi: tanto che i suoi critici lo accusavano di guidare un regime militare.
La crisi e il prossimo governo
La crisi in Zimbabwe era cominciata due settimane fa, quando Mugabe aveva improvvisamente destituito Emmerson Mnangagwa, l’ex vicepresidente ed ex capo dei servizi di sicurezza soprannominato “coccodrillo”. Mnangagwa aveva lasciato immediatamente il paese per paura di essere arrestato. Il gesto di Mugabe non era stato apprezzato da diversi generali, che lo avevano interpretato come un modo per aprire la strada della successione alla presidenza a Grace, moglie del presidente. Pochi giorni dopo la destituzione di Mnangagwa, i militari erano intervenuti, occupando la sede della televisione nazionale e mettendo agli arresti domiciliari Mugabe. Poco fa il partito di Mugabe, Zanu-PF, ha annunciato che il prossimo presidente dello Zimbabwe sarà Mnangagwa, che assumerà l’incarico nel giro di 48 ore.